Una vasca per Tropheus sp. red Kachese

Una vasca per Tropheus sp. red Kachese

Autore: Giuseppe Bari

Vasca: 150X50X70cm;

Filtro a scomparti con lana sintetica, canolicchi di ceramica e pompa da 2000l/h;
Pompa di ricircolo 400l/h;

Filtro a cilindro interno con pompa da 1000l/h;
Illuminazione: 2X Neon  T8 X 36W;
Temp. 25°C, pH 8,5;
Allestimento: no piante, sabbia di fiume grigia, rocce calcaree tipo Travertino;
Alimentazione: mangime secco a scaglie integrato con Spirulina e Vitamine;
Convivenza con Ancistrus sp. e Ciphotilapia frontosa.

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Figura 1: maschio dominante di T. sp. “red” Cape Kachese.

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Figura 2: Cyphotilapia frontosa.

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Figura 3: “venting” cioè esame ventrale del poro anale e della papilla genitale.

Il genere Tropheus ha appassionato gli acquariofili sin dalla loro prima importazione dal lago Tanganica avvenuta nel 1950. Un insieme di forme e colori, alimentazione e cure parentali che hanno da sempre suscitato interesse, curiosità per questi pesci così diversi da ogni altro gruppo di ciclidi.

Numerose sono le varianti geografiche nonostante siano state identificate 8 specie definite geneticamente tramite studi sul DNA cellulare e mitocondriale.

Il lago Tanganica, dal quale provengono i miei Tropheus, è lungo circa 650Km e largo circa 50Km: è il  secondo lago più profondo al mondo con i suoi 1470m. di altezza. Le sue origini risalgono a circa 9-12 milioni di anni fa e la confluenza di diversi fiumi fanno si che l’ambiente sia ricco e vario con un impatto positivo sulle diverse specie di Tropheus: le esplosioni di plancton dopo le piogge invernali, la presenza di ambienti rocciosi e sabbiosi, le acque di purezza cristallina (10-20 metri di visibilità), la presenza di O2 solo nei primi 100m di profondità delle acque, il pH tra 8,7 e 9,2, la temperatura tra i 25 e 27°C, la conduttività di circa 700µs, rendono questo ambiente unico al mondo.

Come già detto il genere Tropheus è composto da 8 specie:

Diffusione ciclidi

Figura 1. Distribuzione delle specie e delle
varianti del genere Tropheus nel lago Tanganica.
Immagine dal web
.

La tassonomia per questo genere è confusa perché nessuno ha visto le popolazioni o forme nel loro habitat naturale con la conseguenza di diverse sinonimie. Inoltre non esiste parte di roccia lungo la costa del lago dove non vi siano alcune delle specie summenzionate con le varianti geografiche responsabili di altrettanta confusione estrema.

I caratteri principali per la determinazione del genere risiedono nell’osservazione della bocca e delle mascelle. Altrettanto importante è la presenza di 6 spine anali.

La popolazione di T. sp. “red” Cape Kachese (Kanchese) è caratterizzata da individui distribuiti in uno spazio di 200Km., nella parte meridionale del lago da cui il nome: Cape Kachese.
Il corpo, in generale, è scuro con una macchia rossa luminosa nella parte addominale sopra la pinna anale. Questa macchia è più evidente nei maschi dominanti e aggressivi. Nei maschi sottomessi e nelle femmine questa brillantezza di colori non si evidenzia.

Le varie specie di Tropheus sono presenti in una ristretta area costituita dalle rocce lungo le rive del lago Tanganica. Le rocce formano un complicato network di cunicoli dove i pesci vivono, si relazionano tra di loro, si nutrono. Tranne che per T. duboisi che si può ritrovare sino a 30m di profondità, generalmente le forme adulte di questi ciclidi vivono in spazi sino ai 20m di profondità. Le forme giovanili invece si ritrovano nelle acque di superfice non oltre i due metri di profondità. La densità di popolazione è circa un adulto ogni quattro metri quadri di superfice, ma tale valore cambia in relazione alla disponibilità del nutrimento (aufwuchs): alghe filamentose verdi (Chlorophyta) e alghe blu-verde (Cyanophyta).

I rapporti tra i sessi sono influenzati dalla presenza di ricche fonti o meno di alimento.
Per iniziare l’allevamento di questi pesci occorre partire inserendo in vasca non meno di 7 individui, riempiendo gli spazi dell’acquario con pietre e sabbia. E’ consigliabile inserire in vasca tutti i pesci contemporaneamente. Occorre realizzare cambi di acqua (10%) settimanali e usare mangime con base vegetale.

L’autore: Ciclidofilo “esclusivo” da oltre 30
anni, Giuseppe ha un PhD in Chimica
Agraria e lavora presso il DiSSPA, sez.
Entomologia e Zoologia Agraria
dell’Università Di Bari. I suoi campi di
ricerca sono l’Ecotossicologia e le malattie
delle piante causate dagli insetti. In privato,
tra le mura domestiche si occupa oltre che
della famiglia, anche delle sue creature
acquatiche tra cui Cyathopharynx foai
sibwesa, Tropheus sp. kachese, Ciphotilapia
frontosa, Labidochromis caeruleus. Solo per il
piacere di complicarsi la vita, alleva anche
diverse specie di insetti, anfibi, rettili e…
Phalaenopsis sp. Socio del Gruppo
Acquariofilo Salentino (G.A.S.) oltre che di
altre associazioni regionali e nazionali tra cui
CAEB e AIC, Giuseppe è un instancabile
acquariofilo, come pochi, sempre pronto a
collaborare con passione e spirito di
sacrificio a tutte le iniziative intraprese
dall’associazione.



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Francesco Denitto

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