Perché i pesci saltano?

Perché i pesci saltano?

di Alessandro Crudo

Sarà capitato anche a voi! Soprattutto agli inizi della mia carriera acquariofila avevo ogni tanto a che fare con inspiegabili “suicidi”. Alcuni dei miei pesci, di tanto in tanto, decidevano di farla finita, saltando fuori dall’acquario e finendo miseramente sul pavimento del soggiorno. I più fortunati lo facevano in mia presenza per cui provvedevo immediatamente a ributtarli in acqua; quelli meno fortunati, lo facevano nell’oscurità della notte, quando normalmente sono a letto. Il mattino dopo erano ormai secchi! Ovviamente tutto ciò accadeva quando per vari motivi lasciavo l’acquario privo di copertura, come ad esempio durante le calde giornate estive che, almeno dalle mie parti, provocano innalzamenti termici dell’acqua degni delle risorgenze termali. Non è semplice spiegare i motivi per i quali un pesce compie un movimento tanto “strano” in un ambiente a loro non accogliente come l’aria; eppure i pesci possiedono alcuni muscoli nella metà posteriore del corpo controllati da specifiche cellule nervose, in grado di fargli compiere complessi e rapidi movimenti del corpo e tali da poter fare poderosi balzi ben oltre la superficie.

Andiamo a caccia fuori dall’acqua?
Ad esempio, è ormai ben noto che molte specie di pesci saltano fuori dall’acqua per catturare numerosi animaletti tutt’altro che acquatici. Questo adattamento evolutivo gli permette di avere l’esclusiva su una gamma di prede, come gli insetti che, con l’obiettivo di sfuggire agli occhi dei loro principali predatori – gli uccelli – si nascondono tra le foglie della vegetazione in prossimità dei corsi d’acqua; purtroppo non immaginano minimamente di diventare appetitose vittime di invisibili predatori acquatici pronti a sferrare l’attacco dal basso, sfruttando l’effetto sorpresa.

Clicca QUI se non riesci a vedere correttamente il video

Insetti, ragni, ed un’ampia varietà di altri piccoli artropodi non sfuggiranno ad esempio ai pesci arciere (Toxotes spp.) noti per la loro capacità di indirizzare sulla preda appollaiata su una foglia uno spruzzo d’acqua preciso e violento tale da farla cadere in acqua ed essere così mangiata in tutta comodità. Non molti sanno però che gli stessi pesci arciere sono persino in grado di saltare e catturare le prede a mezz’aria prima che questi ultimi siano in grado di volare via. Spettacolare in questo caso è il salto che avviene verticalmente seguito da una torsione del corpo che gli fa assumere un posizione coricata (come fosse una foglia in caduta). In questo modo il pesce è in grado di restare per qualche frazione d’attimo immobile per aria, ma sufficiente per afferrare la preda con la bocca per poi planare in acqua col succulento bottino. Un altro spettacolare salto è quello compiuto dagli Arowana amazzonici (Osteoglossum bicirrhosum) i quali tendono una vera e propria imboscata alle loro prede poggiate sui bassi rami degli alberi o sulla vegetazione a pelo d’acqua.

Osteoglossum bicirrhosum Foto: F. Denitto

 L’Osteoglossum, ben più pesante del pesce arciere, in procinto di attaccare la preda individuata, assume una postura a forma di S per poi distendersi velocemente ed afferrala. Una sorta di molla che scatta in un sol colpo con estrema velocità e precisione. Raramente attacchi di questo tipo falliscono il bersaglio.

Gli Arowana nonostante le dimensioni non proprio contenute cacciano silenziosamente le loro prede fuori dall’acqua
Clicca QUI se non riesci a visualizzare il video.

Di esempi simili a quanto descritto poc’anzi ve ne sono a centinaia e non staremo qui ad elencarli tutti.

Un volo per non finire in bocca ai più grossi

Ma i pesci oltre a saltare in aria per cacciare, lo fanno soprattutto per sfuggire ai predatori ch li inseguono e questa opportunità di allontanarsi “momentaneamente” dall’ambiente acquatico in cui vivono è così vincente da essere stato anch’esso un fattore positivo di selezione naturale tanto nell’ambiente marino quanto in quello d’acqua dolce. La maggior parte dei pesci marini volanti (in Mediterraneo abbiamo ad esempio Cheilopogon heterurus ed altre specie) oltre che per sfuggire ai predatori, compiono le loro lunghe planate in aria come strategia di risparmio energetico; volare a pelo d’acqua sembra comportare meno fatica che nuotare vigorosamente controcorrente nel mezzo acqueo! Altri esempi sono le grandi traversate dei delfini che alternano nuoto a salti fuori dall’acqua, opppure e le fulminee “volate” dei calamari che come jet a propulsione si lanciano a grande velocità in tutte le direzioni.

Clicca QUI se non riesci a visualizzare correttamente il video

Com’è duro scalare la montagna!
Altro motivo per cui i pesci saltano fuori dall’acqua è quello di superare gli ostacoli nel loro percorso di migrazione. I salmoni e le trote, ad esempio, migrano attraverso torrenti e ruscelli in controcorrente, creando un tipo di “volo” molto particolare il quale prevede obbligatoriamente una lunga rincorsa per il salto e soprattutto un grande consumo di energie.

image

Salmo letnica, una trota endemica del lago Ohrid (Albania-Macedonia). Foto di F. Denitto.

I muscoli di questi animali sono fortemente sollecitati per tutto il percorso di risalita dei fiumi e gli animali giungono alla loro destinazione finale completamente stremati.

https://www.youtube.com/watch?v=wvXKwzIUvvU&feature=youtube_gdata_player
I salmoni compiono dei salti spettacolari per risalire i torrenti

Clicca QUI per vedere il video

Mammamia che spavento!
Restando in ambiente d’acqua dolce non si può non parlare del Pantodon buchholzi e della Carnegiella strigata che compiono dei grandi salti anche avendo a disposizione pochi centimetri di acqua; ciò significa che non hanno bisogno di una lunga rincorsa per compiere un bel salto degno di questo nome. In particolare Pantodon buchholzi, un bel pesce originario dei fiumi dell’Africa Centro-occidentale, ama stazionare appena sotto la superficie dell’acqua e salta in aria al primo accenno di pericolo. Le Carnegiella strigata, volgarmente noti come pesci accetta per la loro bizzarra forma del corpo che ricorda l’omonimo strumento da taglio, durante il loro girovagare nei fiumi amazzonici, se infastidite o spaventate possono saltare via addirittura facendo una capriola all’indietro, atterrando alle spalle della fonte che ha indotto tale riflesso.

Pantodon buchholzi Foto: A. Crudo

Carnegiella strigata Foto da Wikipedia

https://www.youtube.com/watch?v=4hWM7zimE9U&feature=youtube_gdata_player
Clicca QUI per vedere il video

Alla ricerca di una nuova casa
Altri pesci possono volontariamente saltare sulla terra ferma tanto per non cadere nelle grinfie dei predatori intenti ad inseguirli quanto, soprattutto per sfuggire alle avverse condizioni ambientali che caratterizzano il loro ambiente. E’ un esempio la necessità di allontanarsi da una pozza d’acqua oramai prosciugata per andare a ricercarne una ancora vivibile. Tra i più conosciuti pesci d’acquario che hanno queste peculiarità sono i killifish (ciprinodontidi), le nostrane gambusie (pecilidi) e i Danio rerio (ciprinidi asiatici) che assieme a tante altre specie possono muoversi via terra saltellando con poderosi colpi di coda in sequenza fino a raggiungere pozze limitrofe dove sia possibile sopravvivere ancora per qualche giorno prima di dover andare alla ricerca di una “nuova casa” più ospitale.

Pseudoepiplatys annulatus maschio Foto: F. Denitto


Aphyosemion gabuense gabuense Foto: F. Denitto

Beh! Che dire…. ora sapete che i pesci non saltano solo in padella!
 

Print Friendly, PDF & Email

Related Images:

Alessandro80

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.