ALLA SCOPERTA DELL’ANTENATO DEL CERATOPHYLLUM

ALLA SCOPERTA DELL’ANTENATO DEL CERATOPHYLLUM

 Autore: Stefano Cassano

Alcuni giorni fa leggevo una notizia interessante: “è stato trovato il fiore fossile più antico del mondo”. La motivazione del mio entusiasmo è che si tratta di una pianta acquatica ed ovviamente tutto ciò che è… acquatico, mi affascina. Ma andiamo per ordine.
Scoperto dai ricercatori dell’Indiana University (U.S.A), questa pianta risale infatti a circa 125-130 milioni di anni fa. Si tratta di una angiosperma (ovvero hanno gli ovuli racchiusi in un ovario), la Montsechia vidalii, che è vissuta nei laghi con acque basse e poco mosse di quel particolare periodo geologico. Giusto per rendere ancora più affascinante l’idea, possiamo dire che i fiori di questa pianta sbocciavano nelle acque in cui si abbeveravano Iguanodonti e Brachiosauri. Il sito di rinvenimento di queste piante fossili è localizzato nelle regioni montagnose della penisola iberica.

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Foto 1. Un grande campione intatto del fossile Montsechia vidalii. Foto dal web di David Dilcher.

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Figura 2. Illustrazione di Montsechia vidalii basata sui resti fossili e che mostra la forma allungata della pianta, foglia corta e il frutto che contiene un seme. Immagine dal web di Oscar Sanisidro.

Ma ecco la vera sorpresa per noi acquariofili. Secondo lo studio dei suddetti ricercatori la pianta che direttamente discende da tale fiore è il famoso ceratofillo, molto ben conosciuto dagli hobbisti di tutto il mondo e molto simile in aspetto al suo progenitore estinto.

Il genere Ceratophyllum

Il genere Ceratophyllum comprende solo un paio di specie: C. demersum Linnaeus e C. submersum. Linnaeus Entrambe le specie, di provenienza nordamericana, sono oggi cosmopolite essendo ormai diffuse in ambienti d’acqua dolce temperate e tropicali quali stagni, paludi, acquitrini, fiumi, laghi, ecc. in pressoché tutti i continenti con esclusione, ovviamente, dell’Antartide. Tollera ampi range di temperature, da 15 a 30 °C ed in natura sono sovente rinvenuti in acque eutrofiche. Creano forme polimorfiche a seconda dell’ambiente di provenienza. Come già detto, sono piante idrofite ovvero piante in cui l’intero ciclo biologico si svolge nell’acqua. Queste piante sono ampiamente utilizzate per adornare gli acquari ed i laghetti ma anche per l’importante ruolo di ossigenare l’acqua e quale rifugio per uova o avannotti. Ad esempio è molto utile nell’allevamento degli anabantidi, che lo apprezzano molto per costruire il loro nido di bolle.

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Foto 2. Un corso d’acqua in Malaysia che ospita Ceratophyllum oltre ad altre piante acquatiche come le splendide Cryptocoryne. Foto di Francesco Denitto.

Queste piante sono strettamente acquatiche e non sopportano fasi anche brevi di emersione. Negli ambienti naturali gli steli possono raggiungere anche i 3 metri di lunghezza mentre in acquario restano decisamente più corti. Le foglie sono organizzate in fitti ciuffi. Questi ultimi sono di differenti dimensioni ed in numero variabile ma sempre superiori a quattro su ciascun nodo. Questo ad esempio è un carattere distintivo dal Myriophyllum con cui viene spesso confuso.

La riproduzione avviene di solito per semplice frammentazione dello stelo piuttosto fragile. I fiori raggiungono al massimo 2 mm di lunghezza e sono difficilmente notabili in quanto i loro petali hanno una colorazione verde come il resto della pianta, per poi divenire leggermente più scuri. Il frutto è un achenio relativamente grande (lungo almeno 4 mm). E’ una pianta che ben si adatta tanto in laghetti d’acqua fredda quanto in acquari tropicali. Per la sua estrema adattabilità a molteplici alle più disparate situazioni ambientali, viene spesso annoverata come specie invasiva.

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Foto 4. Ceratophyllum demersum in acquario. Foto dal web.

Sebbene Ceratophyllum manchi di radici, le piante riescono generalmente ad ancorarsi alsubstrato mediante foglie modificate biancastre e non sono dunque necessariamente e liberamente flottanti come spesso erroneamente riportato.
Non vi resta dunque che cercare questa bella piantina acquatica, dalle radici così “preistoriche” e coltivarla con successo nei vostri acquari!

Bibliografia:
Gomez, B., V. Daviero-Gomez, C. Coiffard, C. Martín-Closas, D.L. Dilcher – 2015.
Montsechia, an ancient aquatic angiosperm. PNAS, published online August 17, 2015; doi: 10.1073/pnas.1509241112.

L’Autore:

Classe 1973, Stefano è nato a Massafra (TA) e risiede a Nardò (LE).
Laureato in Scienze della Maricoltura e Acquacoltura, ha maturato una esperienza
decennale presso allevamenti ittici di acqua dolce e marina. Acquariofilo a 360° è tra i soci più attivi del G.A.S. dal 2010.

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